Gli strumenti da usare in consulenza
Al conflitto non possiamo sottrarci, è insito
in ogni relazione, pertanto si può e si deve imparare a gestirlo. Sembra assurdo, ma per amarci, o soltanto
convivere, bisogna anche discutere, trattare,
negoziare da posizioni diverse, l’importante è farlo in chiave positiva. Partendo da questo presupposto possiamo affermare che
vivere e gestire i conflitti è uno spazio privilegiato per apprendere l’arte
della convivenza ecologica. Chi è senza peccato scagli la prima pietra! E’ l’invito che ci suggerisce di riflettere sempre prima
di avventurarci in scontri unilaterali senza aver preso in considerazione anche
le ragioni dell’altro, “ dell’antagonista” . Nella
valorizzazione delle diversità attiviamo processi di riconoscimento, di
differenziazione e conoscenza reciproca dove ognuno diventa punto di confronto
e di stimolo all’ampliamento e arricchimento delle personali conoscenze.
Siamo tutti chiamati, come persone e come consulenti
familiari a gestire, risolvere e possibilmente prevenire i conflitti con gli
altri attraverso un processo “maieutico” che nella consulenza familiare passa
dai seguenti punti:

1.Accogliere la ferita: la sofferenza soggettiva nel conflitto è una
questione cruciale. La consulenza familiare crea uno spazio ed un tempo di
ascolto della ferita, di accoglienza degli intensi vissuti emotivi legati al conflitto
che generano confusione, invischiamento, le posizioni opposte.
2. Esplicitazione e narrazione: il conflitto è spesso caratterizzato
dal non detto: una dimensione che blocca la comunicazione e che nasconde le
radici profonde della controversia. Compito della consulenza è far emergere gli
impliciti ridefinendo il problema, i soggetti coinvolti, i luoghi ed i tempi,
gli interessi in gioco, gli eventuali esiti. L’esplicitazione e la narrazione
consentono di individuare il problema nelle sue sfumature, andando al di là
delle apparenze.
3. Prendere tempo: E’ ancora troppo frequente il mito della
tempestività nella gestione dei conflitti come volontà e necessità di arrivare
subito alla soluzione del problema, per ricercare cosa è stato giusto o
sbagliato e di chi è stata la colpa. La fretta impedisce la rielaborazione
simbolica dei vissuti emotivi che il
conflitto provoca. Dalla logica dell’azione-reazione è, quindi, necessario
passare ad una logica di temporalizzazione e narrazione decantatrice
(riflessione, ricerca della giusta distanza ed attivazione. di risorse creative
più raffinate e mediate). L’attesa e la narrazione sono quindi, momenti
maieutici, durante la consulenza, digestione delle emozioni.
4. Ricercare una soluzione possibile: La gestione del conflitto
non è la ricerca della soluzione come pura e semplice prescrizione. Non
esistono ricette o risposte esatte valide genericamente, soprattutto se a darle
è qualcuno diverso da chi è dentro al conflitto. La maieutica ricerca non la
soluzione tecnica ma un esito possibile e sostenibile del conflitto da parte
della persona che ne è portatrice; richiede l’assunzione di un compito concreto
e specifico alla situazione e verificabile nel tempo. Le risorse e le potenzialità
per un esito possibile è quindi dentro al soggetto coinvolto; la maieutica
cerca di liberare le energie nascoste.
Rita Roberto
Rita Roberto
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